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La musica italiana nel XX secolo

  • 01 Jul 2022

Tesi di: Federica D’Ambrosio

La musica italiana nel XX secolo

La parola musica viene dal sostantivo greco μουσική, mousike; "arte delle Muse” ed è il prodotto dell'arte di ideare e produrre, mediante strumenti musicali o la voce, una successione di suoni che possano risultare piacevoli all'ascolto .

Più tecnicamente la musica consiste nell'ideazione e realizzazione dei suoni, delle timbriche e dei silenzi nel corso del tempo e nello spazio.

Si tratta di arte in quanto è un sistema basato su norme pratiche adatte a conseguire determinati effetti sonori, che riescono ad esprimere l'interiorità sia dell'individuo che produce la musica sia quella dell’ascoltatore: il musicista è in grado di produrre, attraverso la percezione uditiva, un'esperienza emotiva in quelli che ascoltano i suoni riprodotti.

Il significato del termine musica non è comunque univoco ed è molto dibattuto tra gli studiosi per via delle diverse accezioni utilizzate nei vari periodi storici .

Etimologicamente il termine musica deriva dall'aggettivo greco μουσικός, musikòs, che è relativo alle Muse, nove fanciulle che nella mitologia greca e romana, le quali erano figlie del padre degli dei e che si allietano cantando e ballando, in modo tale da far dimenticare angustie e dolori, ed è riferito in modo sottinteso alla tecnica. In origine il termine non indicava una particolare arte, ma tutte le arti delle Muse, e si riferiva a qualcosa di “perfetto”.

Esistono diversi generi e forme musicali, ma tutte sono accomunate dal fatto che utilizzano sistemi quali armonia, melodia, tonalità e polifonia. Le prime forme di musica riconosciute sono databili a 55.000 anni fa con l'inizio dell’era del Paleolitico superiore. Si pensa sia nata in Africa, nel periodo in cui le prime comunità umane conosciute hanno iniziato a disperdersi sul globo . Da allora ad oggi ha continuato ad esistere sotto forme differenti e con varie finalità.

Si può presumere che le primissime forme di musica siano nate soprattutto dal ritmo: per esempio per imitare, battendo le mani o i piedi, il cuore che batte, il ritmo regolare dei piedi in corsa o del galoppo; o magari alterando, per gioco e per noia, i suoni spontanei che si creavano durante un lavoro faticoso e monotono, come per esempio il pestare il grano raccolto per farne la farina, o il chinarsi per raccogliere piante e semi. Per questi motivi, e per la relativa facilità di costruzione, è molto probabile che i primi strumenti musicali siano stati strumenti a percussione, e presumibilmente delle varianti del tamburo.

La musica è definita come “musica antica” quando si parla di quella delle regioni della Mesopotamia: Egitto, Persia, India e Cina. Il ruolo svolto da questa forma d’arte era molto importante per la cultura di questi popoli.
In Egitto ad esempio si credeva che il dio Thot l’avesse donata agli uomini e la musica era perciò legata ad un’idea di spiritualità.

Nell’Antica Grecia , allo stesso modo, aveva un ruolo di rilievo per la popolazione. I greci legavano ad essa la poesia, la danza, le pratiche magiche e persino la medicina. A rimostranza di quanto fosse importante per questo popolo antico abbiamo le testimonianze di vari miti e leggende legati alla musica, come ad esempio quello di Orfeo, inventore di questa arte, che riuscì a convincere gli dei dell’Ade a restituire alla luce la Ninfa Euridice che era scomparsa. I greci svilupparono così tanto la musica da riuscire a creare nuovi modi di riprodurla, come avveniva nelle tragedie, dove era alternata ai dialoghi degli attori.

La musica greca inizia ad avere delle regole specifiche ed in più vengono create grazie a questo popolo le prime note musicali, per poter tramandare a musica per via scritta e non più solamente oralmente. Le note, avanzando e modificandosi nel tempo, sono evolute fino a divenire le regole e le note che conosciamo ed usiamo noi oggi.

Più avanti nel tempo i greci diedero a questa forma d’arte una nuova importanza a livello educativo, in quanto secondo loro era in grado di arricchire l’animo delle persone.

Un’altra popolazione che pensava che la musica potesse avere una valenza educativa nonché filosofica per lo spirito e per l’anima, era quella cinese dell’antichità, che per questo le dava un ruolo importante, i particolari modo nei cerimoniali religiosi, i quali venivano attuati all’interno delle corti degli imperatori, ed erano collegati alla natura ed alle tappe fondamentali della vita sia umana in generale che sociale nel caso specifico.

Per quanto riguarda l’impero romano invece questa forma d’arte inizia ad acquisire altre funzioni. La musica romana era un miscuglio di quella greca e quella etrusca o italica. Nell’Antica Roma la musica era molto popolare, tanto da accompagnare vari spettacoli, come la pantomima, uno spettacolo muto caratterizzato da gesti e danze, nonché quelli dei gladiatori. L’idea della musica per i romani era differente da quella delle altre popolazioni: essendo valutata meno importante veniva associata alle feste ed ai divertimenti, piuttosto che alla formazione scolastica. Un’altra differenza è che mentre la musica greca era eseguita con pochi strumenti per accompagnare la parte cantata, la musica dei romani era molto più vivace e spesso veniva eseguita da grandi complessi musicali.

Con la diffusione delle religioni monoteiste, in particolare di quella cristiana, la musica ritrova la sua originale funzione religiosa. Grazie ad essa, dato che le idee religiose venivano cantate, tutti i fedeli, anche quelli di origini umili che perciò non avevano studiato, potevano comprendere e partecipare attivamente alle funzioni.

Nel Medioevo la musica cambia ancora una volta la propria funzione e torna ad essere un qualcosa di ricreativo. Si sa che in questa epoca si produceva molta musica di carattere non sacro: talvolta per celebrare i potenti, i quali assumevano regolarmente dei musicisti per accompagnare le cerimonie ufficiali, spettacoli teatrali, rappresentazioni sacre, la recitazione di poesie o semplicemente per ballare. Pare che nel Medioevo esistesse una vera e propria passione per il ballo, attestata fra l'altro dai numerosi editti che proibivano la danza nei cimiteri.

Nel 1300 si ha l’introduzione di un nuovo tipo di musica, la chanson parigina, un canto sillabico a più voci che cantano simultaneamente note della stessa durata. Questa sviluppandosi con il tempo diviene puramente strumentale: la canzone da sonar, ossia l'antenata delle forme strumentali che saranno successivamente sviluppate nel periodo barocco.

Nel 1500 nasce l’editoria musicale in Italia, con la pubblicazione a Venezia di un intero volume di musica a stampa, e grazie alla nascita del madrigale, una forma di musica cantata a più voci, il significato del testo acquisisce per le prime volte una nuova importanza, ossia permette di comunicare il carattere espressivo della musica.

Dal 1600 in avanti la musica occidentale si sviluppa con straordinaria rapidità attraverso i vari secoli, permettendo così il perfezionamento del sistema tonale. In questo periodo nasce la musica classica in occidente. Tra il 1750 ed il 1850 la musica classica occidentale si esprime in forme sempre più ricche ed elaborate, sia in campo strumentale con uno straordinario sviluppo della forma della sinfonia, sia in campo operistico attraverso lo sfruttamento sempre maggiore delle possibilità espressive fornite dal sistema armonico e tonale costruito nei secoli precedenti.

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